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Titolo originale: id
Regia e Sceneggiatura: Joel Edgerton
Soggetto: dall'autobiografia "Boy Erased A Memoir" di
Garrard Conley
Fotografia: Eduard Grau
Montaggio: Jay Rabinowitz
Musica: Danny Bensi, Saunder Jurriaans
Scenografia: chad Keith. Costumi: Trish Summerville.
Interpreti: Jared Eamosn (Lucas Hedges), Victor Sykes (Joel
Edgerton), Nancy Eamons (Nicole Kidman), Marshall Eamons (Russel Crowe),
Jon (Xavier Dolan)
Produzione: Joel Edgerton, Kerry Kohansky-Roberts, Steve
Golin ecc
Distribuzione: Universal Pictures
Durata: 114'
Origine: USA, 2018. |
Joel Edgerton, australiano di
Blacktown, classe 1974, con questo "Boy Erased" è alla sua seconda regia
dopo "The Gift - Regali da uno sconosciuto" del 2015. Ma nell'ambiente è
molto più noto come attore, avendo avuto ruoli importanti in film come
"Star Wars episodi 2° e 3°", "Il grande Gatsby" o il più recente "Red
Sparrow" al fianco di Jennifer Lawrence. Nello sperduto paesino
dell'Arkansas nel quale vive, un giovane confessa ai genitori la propria
omosessualità e ottiene dal padre pastore battista ma non molto
evangelico col figlio, il ticket per "Rifugio", il centro rieducativo
cristiano per "riconversioni eterosessuali": purtroppo non sono pochi
questi luoghi in giro per il mondo come già dimostrava un altro film
recente (2018) e simile "La diseducazione di Cameron Post" della regista
Desirée Akhavan dal romanzo di Emily M. Danforth. Nel centro-prigione,
il ragazzo che cerca di mettere in discussione la propria stessa natura,
trova coetanei che consolideranno invece la sua scelta gay. Tratto a sua
volta da un romanzo autobiografico "Boy erased: A Memoir" di Conley
Garrard del 2018, il film è vistoso nelle scene psicologicamente cruente
e nella cialtroneria "medica" del suo apparato scientifico. Ma, "Boy
erased" ha, anche, il grande merito di farci entrare in questa sorta di
moderni lager, aberranti e antistorici, di mostrarne il lato più
ipocrita e subdolo ("Non si parla della terapia al di fuori della
terapia"), di portare in superficie - ancora, qualora ce ne fosse
bisogno, l'ignoranza delle persone nel pensare di poter 'modificare' un
essere umano partendo dal presupposto che (parlando di omosessualità) si
tratti di un "modo" di essere, di un atteggiamento, di una "scelta", e
ci ricorda che molto spesso questa convinzione nasce prima di tutto
all'interno delle stesse mura domestiche. Joel Edgerton - che nel film
si ritaglia il ruolo di Viktor Sykes, ex gay e terapeuta nel "Rifugio"
dal nome accattivante di 'Love in Action ' - confeziona un'opera
importante, elastica nell'andamento (scopriamo la storia del
protagonista attraverso vari salti temporali), fortunatamente mai
esasperato ma forse troppo canonico nella resa e debitore forse di
modelli che il suo regista ha ereditato dal cinema di Jeff Nichols. Il
regista si affida, anche giustamente, al peso specifico (e non solo) dei
suoi interpreti, come papà Russel Crowe e mamma Nicole Kidman
(australiani come l'autore stesso) chiamati ad una contro-conversione
progressiva e inevitabile, più difficoltosa per il primo, con il giovane
Lucas Hedges letteralmente intrappolato in una specie di limbo
artificiale. Proprio lui! Lo ricorderete in ruoli analoghi in
"Manchester by the Sea" due stagioni fa nella nostra rassegna e più di
recente in "Ben is back" a fianco di Julia Roberts, forse tra i giovani
interpreti hollywoodiani uno dei più interessanti insieme al
franco-statunitense Timothée Chalamet. Specialista nell'interpretare
angosce di giovani ragazzi dalla fragile personalità, è un protagonista
sensibile e garbato per il quale si parteggia facilmente, ma che ci
insegue, poi, una volta fuori dalla sala, con un doppio strato di
malinconia. In conclusione da non sottovalutare, tra i pregi della
pellicola, l'invito, benché didascalico, a non ostacolare i diritti
civili e con essi gli orientamenti sessuali delle persone, dati
erroneamente per scontati in un mondo sempre più "liquido". |