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Titolo originale: Id
Regia: Peter Farrelly
Sceneggiatura: Brian Hayes Currie, Peter Farrelly; Nick
Vallelonga
Fotografia: Sean Porter
Montaggio: Patrick J. Don Vito
Musica: Chris Bowers
Scenografia: Tim Galvin
Costumi: Betsy Heimann
Interpreti: Viggo Mortensen (Tony "Lip" Vallelonga),
Mahershala Alì (Il dott. Donald Shirley), Linda cardellini (Dolores
Vallelonga), Dimiter D. Marinov (Oleg), Mike Atton (George)
Produzione: Jim Burke, Brian Hayes Currie, Peter Farrelly,
Nick Vallelonga ecc
Distribuzione : Eagle Pictures
Durata: 130'
Origine: USA, 2018 |
Ricordate questo nome: Mahershala Alì,
attore statunitense messosi in mostra relativamente da poco (classe
1974) e già vincitore di due premi Oscar quale non protagonista per il
'nostro' "Moonlight", che inaugurava la stagione 2017/18, nonché per
quest'ultimo Green Book. Se aggiungete anche il Golden Globe per gli
stessi film e la stessa categoria, nonché la partecipazione da
co-protagonista all'ultima serie tv "True detective 3", allora avrete la
giusta caratura di uno dei migliori interpreti di questo fine decennio
2010. 1962 New York, un buttafuori italoamericano del Bronx (Viggo
Mortensen, già famoso per la prima trilogia del "Signore degli anelli"),
licenziato dal Copacabana, accetta di fare da autista a un pianista di
colore (Mahershala Alì di cui sopra) in una tournée nel Sud degli Stati
Uniti, dove le discriminazioni razziali sono ancora fortissime. Il
titolo stesso del film deriva da una sorta di guida Michelin per "negri"
che uscì effettivamente dal 1936 al 1966 per evitare loro 'brutti
incontri'. L'italiano è un rozzo chiacchierone, il nero un sofisticato
artista, estraneo alla propria gente e anche al mondo dei bianchi. E'
importante dire che la vicenda è ispirata a una storia vera e che il
figlio del protagonista bianco, Nick Vallelonga, compare fra gli
sceneggiatori della pellicola. Molti di voi avranno già capito che oltre
al viaggio fisico intrapreso dai due (insieme ad altri due musicisti che
compongono il Donald Shirley trio, anch'esso realmente esistito), si
racconta egregiamente il viaggio interiore in cui i due uomini, ognuno
con le sue certezze ritenute immutabili, si trovano poco a poco a
modificarsi e incredibilmente a comprendere le ragioni dell'altro. Don
insegna a Tony a scrivere struggenti ed emozionanti lettere d'amore,
mentre il ragazzo del Bonx spiega al suo compagno di viaggio le piccole
astuzie di sopravvivenza apprese nel suo quartiere popolare e che
letteralmente li salvano da situazioni compromettenti e pericolose.
Diretto da uno dei fratelli Farrelly (quelli di "Tutti pazzi per Mary" e
"Scemo e più scemo") il film più che una versione rovesciata di "A
spasso con Daisy", è un classico del cinema di viaggio e amicizia
(schermaglie fra due personaggi maschili in viaggio), visto mille volte:
buoni sentimenti, musica e atmosfere d'epoca ricostruite alla
perfezione, ma anche dialoghi piacevoli e due attori impeccabili. Si,
perché Viggo Mortensen e Mahershala Alì sono in stato di grazia e
conferiscono ai loro personaggi e al film nel suo complesso una densità
e una credibilità straordinarie. Se il pubblico non può non restare
ammirato dalla incredibile interpretazione fisica (ingrassato di oltre
venti chili…) ma soprattutto linguistica di un Mortensen che sembra
davvero un 'italian american' di quegli anni (purtroppo in gran parte
svanita nella versione doppiata), parimenti è da ammirare il trattenuto
conflitto interiore che pervade e scuote il personaggio del dottor Don
Shirley, un uomo che vive in una profonda e dolorosa solitudine. E se è
vero che ogni film in costume porta i segni dell'epoca di produzione, in
questo nero colto che parla al bianco di Shostakovich scoprendo in
cambio Little Richard, echeggiano un'apertura, una curiosità, una
gentilezza di cui oggi si sente un gran bisogno. |