16 Febbraio 2017
 
 
.::Al di là delle Montagne::.
 
 
Poster del film Il racconto dei racconti

Titolo originale: 山河故
Regia: Jia Zhangke
Sceneggiatura
: Jia Zhangke
Interpreti: Zhao Tao (Tao), Zhang Yi (Zhang Jinsheng), Liang Jin-Dong (Liangzi)
Fotografia: Nelson Lik-wai Yu
Montaggio: Matthieu Laclau
Musica: Yoshihiro Hanno
Distribuzione: BIM Distribuzuione
Durata: 131’
Origine
: Cina
Uscita
: 05.05.2016

 

 

La nazione cinese è la protagonista assoluta di questo film, intenso ed originale.
Il regista Jia Zhangke - autore di due tra i film più importanti degli ultimi anni, “Still life” e “Il tocco del peccato” – ha cercato con quest’opera di proseguire il discorso relativo alla mutazione in atto nel suo paese, riuscendo pienamente nel suo intento.
Le millenarie tradizioni, gli stravolgimenti socio-economici e l’ascesa del moderno capitalismo hanno radicalmente cambiato la struttura del paese, accrescendo a dismisura il solco tra i nuovi ricchi – in genere abitanti delle grandi realtà urbane - e la povertà delle province rurali.
Il racconto è strutturato in tre distinte sezioni, che rappresentano il fluire implacabile del tempo: ciò che è stato, ciò che è e quello che verrà.
Nella prima parte, ambientata nel 1999, gli amici di infanzia Liangzi e Zhang sono entrambi innamorati della bella Tao, che sceglierà di sposare il più ricco Zhang: da lui avrà un figlio dal suggestivo nome di Dollar.
Quindici anni dopo – e siamo nel 2014 – si svolge il secondo atto: Tao ha ormai divorziato dal marito ed il figlio è emigrato in Australia insieme al padre.
Nella terza parte, collocata in un futuro neanche troppo lontano (il 2025) il diciannovenne Dollar non conosce più la lingua cinese e riesce a malapena a comunicare col genitore, ormai privo di risorse economiche.
Si tratta di un film potente, che riesce a raccontare con delicatezza l’esistenza, la speranza ed il disincanto di una famiglia che vive all’interno di una realtà costantemente in movimento.
L’afflato poetico è molto forte. La pellicola scorre via lieve, lasciando dietro di sé pressanti interrogativi e spunti di riflessione: pur essendo incentrato su una cultura spesso ostica da comprendere come quella cinese, il racconto è impregnato di ideali che risultano fondamentali anche per il disincantato pubblico occidentale.
La regia è coinvolgente: i personaggi sono indimenticabili, come quelli di romanzo di Balzac o Flaubert, ma assorbono nuova linfa vitale dall’accostamento a nuovi temi come quello del declino sociale, delle difficoltà economiche, della riluttanza all'amore propria dell’epoca contemporanea.
Dal racconto emergono prepotentemente tutte le contraddizioni della Cina moderna, in precario equilibrio tra la modernizzazione ad ogni costo e la conservazione delle preziose identità culturali.
La minaccia dell'assorbimento dell'individuo negli ingranaggi del capitalismo viene raccontata con lucidità esemplare lungo un'asse temporale che considera il passato, il presente ed il futuro in un fluire ininterrotto.
Questo film, alla fine della fiera, riesce a rappresentare più di tante opere di saggistica la maniera devastante in cui la modernizzazione e la crescita economica stanno distruggendo l'identità della Cina.