17 Gennaio 2013
 
 
.::The Artist::.
 
 

Titolo originale: id
Regia e sceneggiatura: Michel Hazanavicius
Fotografia: Giullaume Schiffman
Montaggio: Anne-Sophie Bion, M.Hazanavicius
Musica: Ludovic Bource
Scenografia: Laurence Bennett
Costumi: Mark Bridges
Interpreti: Jean Dujardin (George Valentin), Bérénice Béjo (Peppy Miller), John Goodman (Al Zimmer), James Cromwell (Clifton), Penelope Ann Miller (Doris)
Distribuzione: BIM
Durata: 100'
Origine: Francia/Belgio, 2011

 

 Premio per la miglior interpretazione maschile a Jean Dujardin al festival di Cannes 2011; Golden globe 2012 per: miglior film, attore protagonista e colonna sonora; Oscar 2012 per: miglior film, regia, attore protagonista, costumi e colonna sonora. Tutti questi riconoscimenti per "The Artist", la "bomba" che non ti aspetti. Un film in bianco e nero, muto, pieno di rimandi, che parla di cinema nella Hollywood degli anni '30. Sembra il classico paradosso che piace tanto ai francesi (la provenienza è infatti transalpina), l'anti Avatar che strappa applausi ed allori in piena 3D mania. La storia che "The Artist" racconta è forse il dato meno rilevante, essendo una di quelle che rassicurano il pubblico: ascesa e caduta di un divo del muto ma con riscatto e lieto fine incluso. Importante, invece, la scommessa che il giovane regista francese Michel Hazanavicius (di origine lituane ma cittadino d'oltralpe) ha accettato, sfidando con coraggio tempi e mode egli dimostra che linguaggi e stili narrativi non più frequentati da oltre ottant'anni posseggono una forza espressiva che non teme il confronto con le meraviglie di oggi. Con questo film - raffinato melodramma in stile classico, girato nell'originale formato del muto, con schermo quasi quadrato, e in ambienti d'epoca per rendere ulteriormente l'atmosfera retrò - il regista rende omaggio alla settima arte. Qui è il cinema che diventa protagonista e si racconta nella sua inarrestabile ascesa. E non mancano richiami, sottolineati dallo stesso regista, a maestri indiscussi del muto, in primo luogo Murnau, passando per Lubitsch, Ford, Hitchcock e Fritz Lang. Tuttavia Hazanavicius non si accontenta di citazioni, né si limita a riprodurre la realtà del tempo; semmai ne accoglie i mitizzati stereotipi (la figura del produttore, il glamour dei divi) e li stilizza, divertendosi a giocare coi linguaggi e invitando lo spettatore a fare lo stesso. "The Artist", dunque, non è un semplice 'pastiche', se non negli spezzoni dei film muti in cui Valentin è il protagonista. E' invece un film originale, fantasioso e a tratti geniale, come nella scena dell'incubo in cui l'ormai ex divo si aggira in un mondo in cui tutto ha un suono, dove tutte le persone hanno una voce tranne lui. Molto si deve alla bravura degli attori, chiamati a un'inedita prova; su tutti Jean Dujardin, impeccabile nei panni di Valentin e giustamente vincitore dei premi di cui sopra, senza dimenticare Bérénice a proprio agio nell'interpretare Peppy Miller, e John Goodman perfetto nell'impersonare il potente produttore dell'immaginario Hollywoodiano. Ma vanno riconosciuti soprattutto i meriti di una regia accorta oltre che documentata, nonché di una sceneggiatura e un montaggio che non perdono mai il ritmo. Il tutto sottolineato dalla fondamentale e puntuale colonna sonora di Ludovic Bource. Insomma, "The Artist" è un inatteso, piacevole tuffo nel passato, tra storie e atmosfere d'altri tempi, per assaporare l'essenza stessa del cinema, la sua capacità di stupire sempre, anche senza effetti speciali. Affidando tutto al semplice piacere dello sguardo. Per concludere qualche curiosità, alcune scene sono state girate nella vecchia casa di Mary Pickford, altre negli uffici di Mack Sennet, il Terrier a pelo ispido era famoso ai tempi della serie anni '30 de "L'uomo Ombra" con William Powell e Myrna Loy.